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Che cosa sono i Microgreens o Micro ortaggi?


I micro ortaggi (o microgreens) si collocano tra le ultime innovazioni italiane dal punto di vista agricolo. In realtà, i micro ortaggi sono da tempo conosciuti (circa un ventennio) e utilizzati nel Nord America e nel Nord Europa, come veri propri super-food, insieme ai più conosciuti germogli. Come si evince dal nome stesso, si tratta di ortaggi in miniatura, perchè vengono raccolti in tempi molto rapidi, ancor prima di essersi sviluppati completamente, non appena viene raggiunto lo stadio immediatamente successivo a quello dei germogli e quello subito precedente alla fase adulta. La scelta non è affatto casuale in quanto, in questa fase intermedia, si ha la maggiore concentrazione di nutrienti. Probabilmente, molti di voi hanno acquistato e consumato micro ortaggi pronti già in vaschetta, senza sapere realmente di cosa si trattasse.

Perché sempre più persone coltivano micro ortaggi? Una delle tante peculiarità che caratterizza la coltivazione di un micro ortaggio è quella di essere alla portata di tutti. Non sono ancora molto diffusi in Italia, dal momento che sono presenti solamente da qualche anno, per cui non è sempre facile trovarli. E’ possibile reperirli principalmente nei mercati biologici, da qualche fornitore privato specializzato o più raramente, invece, si possono trovare nei banconi dei supermercati. Anche se, ultimamente, data la repentina espansione del fenomeno, la domanda da parte dei clienti sta gradualmente crescendo con un conseguente aumento dell’offerta. Per questo motivo, molte persone decidono di coltivarli in casa propria per averli sempre a disposizione, trattandosi di un processo molto semplice da realizzare, anche per chi non possiede specifiche competenze nelle pratiche di coltivazione. Quali varietà di micro ortaggi si possono coltivare? Fra le specie di ortaggi più comuni e più utilizzate per la produzione di microgreens troviamo, ad esempio: Brassicaceae Anche chiamate Crocifere, comprendono molti tipi di cavolo, rucola, senape, ravanello e molte altre. Ancor più degli ortaggi che finiscono normalmente sulle nostre tavole e raccolti nei nostri orti, è stato scientificamente dimostrato l’apporto benefico di questi micro vegetali al nostro organismo, facendone un consumo frequente. Asteraceae Note anche come Composite: offrono lattuga, scarola, cicoria, radicchio. Apiaceae Comprendono il sedano, la carota e il finocchio. Amaranthaceae Ne fanno parte spinaci e bietole. Cucurbitaceae Qui troviamo zucca, melone e cetriolo. Fabacee Vi appartengono i legumi, come fagioli, fagiolino, fave, piselli e lenticchie, ossia tutte quelle piante meglio conosciute come leguminose. Da specificare che anch’esse sono fondamentali per la nostra salute, infatti, una dieta ricca di legumi, è un ottimo punto di partenza per uno stile alimentare sano ed equilibrato. Il basilico, il cumino, il coriandolo e l’erba cipollina appartengono alla categoria delle erbe aromatiche e dovrebbero accompagnare sempre, o quasi, i nostri piatti, perchè oltre a conferirgli una nota di sapore in più, sono un vero e proprio tocco di classe per una cucina leggera ma gustosa. Basta semplicemente documentarsi, sulle proprietà benefiche di ogni ortaggio e scegliere quale potrebbe al meglio soddisfare le proprie necessità ed esigenze.

Micro ortaggi: perché fanno così bene alla salute? I micro ortaggi sono, sempre più, considerati veri e propri alimenti, soprattutto dai consumatori più rigorosi e più attenti alla propria dieta e salute. Da qui il bisogno di sottolinearne, oltre alla resa scenografica, anche le molteplici caratteristiche nutrizionali di queste spettacolari piantine. Innanzitutto, troviamo le vitamine, elementi basilari per l’organismo, perchè svolgono un ruolo importante nella regolazione di diversi processi chimici e, inoltre, forniscono energia al nostro corpo. In particolare le vitamine E,K e C presenti soprattutto nelle verdure a foglie verdi. Anche i minerali, intervengono in diversi processi vitali, in particolare troviamo abbondanti sia il calcio che il potassio e gli antiossidanti, molto popolari perchè combattono l’invecchiamento cellulare. Possono essere considerati, contemporaneamente, cibi poveri di sodio, che, come ben sappiamo, contribuisce allo sviluppo dell’ipertensione. Si tratta, dunque, di elementi nutritivi fondamentali e molto ricercati, che dovrebbero essere presenti ogni giorno nella nostra alimentazione, in quanto ciascuno di loro assolve fondamentali funzioni per il corpo umano. Tali sostanze devono necessariamente essere introdotte tramite gli alimenti, in quanto il nostro organismo non è capace di produrle e sintetizzarle autonomamente. Dal momento in cui si tratta di una scoperta relativamente recente, sono ancora in corso degli studi più approfonditi, alla ricerca di altre e più dettagliate proprietà benefiche di questi alimenti.

Come mangiare i micro ortaggi? Il consumo dei microgreens è in continua crescita nelle tavole degli italiani e nelle cucine dei ristoranti al punto tale che, secondo alcuni pronostici basati su dati raccolti all’interno della popolazione italiana, sembra siano destinati a diventare il cibo del futuro. Nonostante le loro piccole dimensioni, sono altamente versatili in cucina, in quanto possono essere associati a qualsiasi piatto e risultano addirittura anche più semplici da utilizzare rispetto a quelli tradizionali. Grazie ai loro colori vivaci, si prestano a sfiziosi impiattamenti e nella decorazione di una grande varietà di piatti, dalla carne al pesce, dai primi ai secondi piatti, da un semplice panino o da un’insalata, ad una zuppa o ad un ricco aperitivo. C’è anche chi decide di osare maggiormente e li utilizza in ottime bevande e persino nei dolci. Oltre questo, si adattano anche a molteplici preparazioni: in padella, possono diventare croccanti o frullati, possono essere utilizzati per fare delle salse, dal sapore appetitoso, da spalmare nei formaggi o nei crostini. Cosa da non trascurare: i micro ortaggi sono sempre reperibili (e coltivabili), in qualsiasi stagione. Assicurano una freschezza assoluta, perché vengono raccolti e utilizzati al momento, infatti non è consigliato cuocerli e quindi preferibile mangiarli crudi, per godere di un sapore più intenso e, per di più, non contengono alcun tipo di scarto. Chiaramente, il consumo di questi ortaggi risulta in perfetta sintonia, oltre per chi adotta uno stile alimentare genuino, anche per coloro che praticano una dieta vegetariana, vegana o crudista, in quanto permette loro di arricchire la propria alimentazione.

Come coltivare i micro ortaggi? I micro ortaggi non sono tutti uguali tra loro, ognuno possiede delle caratteristiche ben definite, infatti, si differenziano tra di loro già a partire dalla modalità di coltivazione e, soprattutto, di germinazione. La loro coltivazione si differenzia da quella dei germogli (per quanto i semi siano gli stessi), anche se appaiono apparentemente molto simili e per questo, erroneamente, vengono spesso confuse fra loro. La coltivazione dei primi, è più breve, avviene inizialmente con l’acqua e successivamente in un ambiente buio per alcuni giorni. Ma vediamo i pochi e semplici passi per coltivare i micro ortaggi a casa vostra e, perché no, in ufficio. Innanzitutto, avrete bisogno di un terreno misto, ricco di sostanze nutritive e con capacità di ritenzione idrica. I semi possono essere coltivati in terriccio, lana di cocco, torba e persino cotone idrofilo, ma nel momento in cui si piantano, il substrato non deve essere troppo zuppo, poiché altrimenti l’acqua potrebbe “soffocare” la radice ancora prima di permettere al germoglio di spuntare. Inoltre, un’umidità eccessiva può far sì che si sviluppino funghi, muffe e altri agenti patogeni. Prima di ogni annaffiatura è opportuno aspettare che il substrato sia un po’ più asciutto. Il fondo dei contenitori dovrà essere forato, per evitare il ristagno d’acqua, che potrebbe compromettere la qualità dei prodotti finali. Per riporre i semi verranno utilizzate delle vaschette rigorosamente di plastica, dalle dimensioni variabili, le quali non dovranno superare una certa altezza, per permettere alle piantine di raggiungere l’acqua facilmente e di ricevere la luce necessaria a partire dal quarto giorno in poi. Per ciò che riguarda l’illuminazione, si può scegliere se optare per la luce naturale, o per quella artificiale, attraverso delle specifiche lampade a LED, che hanno la caratteristica di non produrre calore ma di favorire il processo della fotosintesi clorofilliana. I semi scelti possono essere quelli specifici per la coltivazione di micro ortaggi o comunque semi biologici. La cosa importante, per evitare qualsiasi tipo di contaminazione, è che dovranno essere lavati prima di essere utilizzati per eliminare eventuali impurità. Portate a termine queste semplici procedure, sarete nel vivo dell’operazione, ovvero nella fase di attivazione, che consiste nell’immergere i semi in acqua per dare avvio alla germinazione. Proseguirete, riempendo il contenitore di terriccio, lasciando circa un centimetro di spazio dal margine superiore. Distribuite poi i semi in modo omogeneo, inumidendoli, per lasciar loro una riserva d’acqua, che dovrà essere sufficiente per circa due giorni. A questo punto, coprirete il tutto con della pellicola per alimenti, lasciando a riposo i semi, in assenza di luce, per un paio di giorni e a temperatura ambiente (e comunque attorno ai 20 gradi). Terminata la “fase oscura”, sarà arrivato il momento di illuminare i germogli, con l’ausilio delle lampade a LED per un arco di tempo che andrà dalle quattordici alle diciotto ore, a seconda della varietà. Alla comparsa delle prime foglie vere, chiamate per i più esperti “foglioline cotiledonari”, sarà giunto il momento tanto atteso della raccolta, che potrà avvenire dal settimo al ventunesimo giorno. Non vi resta che sperimentare!

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